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La celebre frase di Einstein sull’ignoranza

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Scriveva Einstein “Siamo tutti molto ignoranti, ma non tutti ignoriamo le stesse cose“. Questo pensiero merita un approfondimento perché, se da un lato esprime una ovvietà che impedirebbe di dare dell’ignorante a chicchessia, dall’altro non ci sembra che possa essere assunto estremizzandone l’accezione relativistica con la quale si presenta.
La domanda ce la siamo posta ricordando la gaffe del boss della TIM, oggi in predicato per essere nominato Direttore generale di Telecom Italia, quando poco più di due anni addietro citò Waterloo come la battaglia nella quale Napoleone compì il suo capolavoro strategico sbaragliando l’esercito nemico.

Il video spopolò su Youtube e se volete rivederlo vi basta cliccare qui.
Quando si seppe che questo signore guadagnava circa 800 mila euro all’anno, quanti ne guadgnano grossomodo venti professori messi assieme, l’ira di questi ultimi fu incontenibile. E così noi ci poniamo la domanda se il fatto se questo signore responsabile ad altissimi livelli di una società multinazionale possa essere qualificato “ignorante”, come qualificheremmo un italiano che ignora che la capitale d’Italia è Roma o un francese che ignora che la caèpitale di Francia è Parigi.

La risposta certa non ce l’abbiamo, ma propendiamo per giudicarlo ignorante considerando che nel linguaggio comune “una Waterloo” equivale ad una disfatta e non ad un trionfo e che una persona che si muove a certi livelli nella società mondiale non è autorizzato a ignorarlo.
Ciò accresce l’amarezza per la concomitante promozione ad un posto di maggiore responsabilità che la sua azienda ha voluto attribuirgli.


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